Empatia. Una parola chiave quando devi comunicare ed essere efficace. Qualunque sia il tuo interlocutore, se saprai essere empatico, sarà più facile ottenere quello che vorrai!
In questo articolo troverai i 4 passaggi chiave che ti permetteranno di entrare in sintonia e portare tuo figlio a seguirti! Se stai leggendo queste righe è perché sei un genitore brillante! Hai capito che se vuoi di più dalla tua vita e per quella di tuo figlio, devi iniziare da te stesso!
Come diciamo in ogni articolo, dobbiamo diventare la migliore versione di noi stessi, per crescere figli forti sani e felici!
Cos’è l’empatia?
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro! Soprattutto emotivamente.
Facciamo un esempio: se tuo figlio piange per un pennarello colorato che non funziona più, come puoi dimostrarti empatico? Come può lui sentirsi capito, e accettare un tuo feedback a riguardo?
Ti devi mettere nei suoi panni, cercando di capire e provare le sue stesse emozioni! Se salterai questo passaggio fondamentale, le risposte che pronuncerai, molto probabilmente potranno risuonarti famigliari, del tipo:
“Dai suvvia, domani ne prendiamo un altro” oppure “Per un pennarello quante storie! Con tutti i giochi che hai!” Questo è il contrario di creare empatia. In questo modo, con il tempo, perderai la stima e la fiducia che ha nei tuoi confronti. D’altro canto, tuo figlio non si sentirà capito e penserà che quello che dice non è importante per te.
Giriamo la frittata! Non dimenticare che anche tu hai dei problemi nella vita e che per qualcuno, potrebbero essere delle sciocchezze incredibili! Come ti sentiresti se parlassero con superficialità e sufficienza di un problema che tu ritieni insormontabile? Direi male, se non malissimo al punto da non ascoltare e nei casi più gravi arrivare al disprezzo!
Non vorrai mica che questo accada con tuo figlio!?
Quindi attenzione, il suo pennarello è veramente molto importante. Per lui, per te e per il vostro legame.
1) Le chiavi della comunicazione
Comunichiamo con le parole, la voce e il corpo. Se non metterai in sintonia questi tre elementi, sarà difficile creare empatia con qualsiasi persona!
Ti è mai capitato di sentirti dire qualcosa del tipo: “Non farlo!” e poi aver pensato a quanto ti abbia infastidito il modo in cui te l’abbiano detto? Magari è stata la voce, scocciata e scontrosa. Potevano dirtelo con un altro tono, più rilassato e calmo.
Ti hanno detto la stessa cosa ma a ferirti è stato il modo in cui hanno utilizzato il linguaggio non verbale, il corpo!
In questo caso cambia totalmente sentirsi dire “Non farlo” osservando chi te lo dice a mani aperte rivolte verso il basso e con tono tranquillo e pacato anziché vedere agitare la mano come una sciabola in maniera diagonale proprio come se ti dovesse tagliare il due mentre ti parla!
Tutti e tre questi ingredienti: parole, voce e corpo, devono essere in sintonia per creare empatia. Se uno non è coerente con gli altri, avrai la classica sensazione strana… che qualcosa non ti convinca, che qualcosa ti abbia infastidito. Questo accade anche quando parli a tuo figlio. 🙂
2°) Creare empatia con la voce
Tendiamo ad apprezzare le persone simili a noi. Riuscirai a farti ascoltare e a guidare tuo figlio (ma anche un collega o un amico) dove vuoi, se riuscirai a creare un rapporto di armonia, fiducia e comprensione. In questo paragrafo parliamo della voce e quanto sia importante rispecchiare la voce del tuo interlocutore se vorrai creare empatia.
Quali punti devi tenere in considerazione?
- Volume della voce: parla a voce alta, media o bassa?
- Tempo: quanto velocemente o lentamente parla?
- Ritmo: le parole fluiscono in modo staccato e a cadenza come un tamburo oppure in maniera più armonica come una melodia?
- Tono: quali emozioni trasmette con la voce? Felicità o tristezza? Fiducia o dubbio?
- Parole. Risulterai molto più empatico se utilizzerai qualche parola che senti pronunciare da tuo figlio (o da qualsiasi tuo interlocutore)! Ascolta bene e nota alcune parole chiave pronunciate e infilale in modo naturale nel tuo discorso.
Per creare empatia devi “copiare” il modo in cui il tuo interlocutore parla e si muove. In programmazione neuro-linguistica la chiamiamo “rispecchiamento”. Ovviamente ciò non significa scimmiottare la voce in tutto e per tutto. Significa utilizzare con etica questi trucchetti, per far fiorire il legame tra te e tuo figlio. Se sei più empatico, lui ti ascolterà con più fiducia e vivrete il vostro rapporto al 100%!!!
Solo dopo aver creato empatia potrai introdurre una soluzione al problema oppure un’alternativa!
Funziona sempre? Ovviamente no! 🙂 Ma la cosa certa è che anche le volte che non funzionerà, avrai messo un mattoncino in più al vostro legame anziché toglierlo.
3° Creare empatia con la fisiologia
Le persone che vanno d’accordo tendono ad adottare la stessa postura del corpo quando comunicano.
La prossima volta che parli con un’amica molto stretta, nota come le vostre sagome spesso si riflettano reciprocamente! Oltre alla postura, nota anche come gesti e modi di fare siano simili. Tutto ciò avviene in maniera del tutto naturale.
Puoi utilizzare il rispecchiamento fisiologico, per creare empatia con tuo figlio (o ancora una volta, con chi lo vuoi)! 🙂
Non devi immediatamente copiare ogni aspetto del suo linguaggio corporeo. Inizia con uno e concentrati su quello, devi essere il più naturale possibile, quindi non forzare la mano! Facciamo alcuni esempi:
- Stare seduti o in piedi: se tuo figlio è seduto che piange per il suo pennarello che non funziona più, una buona mossa sarà sederti accanto a lui anziché stare in piedi! O addirittura nell’altra stanza;
- Incrociare o no le gambe: rispecchiare i movimenti generali dell’altra persona, penso alla testa leggermente inclinata, oppure le spalle (curve in avanti o schiena diritta e petto in fuori);
- Fare gli stessi gesti con le mani oppure il viso;
- Rispecchiare la respirazione. Puoi cogliere il modo in cui tuo figlio respira e adeguarti a questo ritmo. Puoi accorgerti di un sospiro e di riflesso, in modo naturale, farlo a tua volta!
Queste tecniche di comunicazione efficace, sono potentissime e agiscono a livello inconscio. Hanno l’effetto di farti sentire capito e per chi non conosce le regole del gioco non capirne la ragione.
Ti è mai successo aver parlato con uno sconosciuto e aver pensato: “wow sembra che ci si conosca da sempre”! Questo è l’esatto motivo.
Voglio ribadire un concetto che riteniamo fondamentale per i valori che sorreggono Crescere Brillantemente.
L’etica e la correttezza.
Non si tratta di manipolare tuo figlio o qualsiasi interlocutore tu voglia. Si tratta di conoscere metodi, che molte persone utilizzano senza conoscerne i meccanismi, in maniera inconsapevole! Se con la conoscenza di essi riuscirai a far smettere di piangere nella metà del tempo il tuo bambino e goderti la cena in famiglia, non sarai una cattiva persona, sarai un genitore brillante! Tutto quello che conosci, lo puoi utilizzare per fare del bene oppure no!
4° Guidalo dove vuoi
Solamente ora, se avrai creato empatia passando per i punti precedenti, puoi guidare. Cosa significa?
Ora, tuo figlio (o il tuo interlocutore), è ricettivo e accetterà con probabilità molto più alta un cambio di schema, una risposta, un’alternativa al problema che lo sconsolava in precedenza.
Ti accorgerai di essere in questa fase, quando (sempre immaginando l’esempio di tuo figlio e il suo pennarello esaurito), si calmerà e sarà disposto ad ascoltare. Potrai cogliere spesso, che a questo punto, sarà lui inconsciamente a “copiarti” dei gesti e delle parole. Perché è naturale, ma la tua consapevolezza può dare una spinta in più quando ne avrai bisogno!
A questo punto vediamo un esempio di risposta empatica, tratta dal libro “Il cervello del bambino spiegato ai genitori” del neuropsicologo e psicoterapeuta Alvaro Bilbao. Libro che ti consigliamo vivamente, come se fosse la Bibbia per far brillare il rapporto tra te e tuo figlio!
Gli abbiamo dedicato un intero articolo nella nostra LIBRILLERIA 😉 vai a fare un’occhiata!
Bambino: “Odio mio fratello”
Genitore, invece di rispondere: “Non puoi odiare tuo fratello. Devi volergli bene!”
Prova con: “Certo, ti fa arrabbiare che la mamma passi molto tempo con il piccolo Pietro, vero? Ti manca passare più tempo con la mamma”
Guida: “Cosa ne pensi se facciamo un gioco tutti insieme?”
Cosa manca per essere empatici?
La pratica! Solo con essa potrai cambiare veramente le cose! Parti da un punto e concentrati su di esso per una settimana! Una volta interiorizzato e fatto tuo, passa ad un altro! Vedrai che ce ne saranno alcuni con i quali ti sentirai più a tuo agio e utilizzerai alla grande, mentre altri dovrai provarli un po’ di più!
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Al prossimo articolo!
Dario e Paola